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divenuto quasi pubblica istituzione e forma della vita civile. Ma più cause, oltre quella della universale corruzione, combinavansi a snaturare il dramma. Da un lato, la politica sospettosa dei Cesari, scorgendo allusioni alla lor persona in ogni richiamo a nobili sensi, erasi a tutta possa adoprata nel sostituire al dialogo poetico ed alla drammatica recitazione il muto linguaggio dei mimi; e Caligola accendendo sul teatro stesso il rogo ad un poeta, reo di offesa alla sacra maestà dell'Imperatore, aveva insegnato prudenza agli autori ed agli attori. Dall'altra parte, il pubblico gusto, specialmente per la consuetudine dei ludi gladiatorj, erasi cosi corrotto, che poco o niun diletto prendevasi ormai alla scenica finzione. In luogo della imitazione artistica chiedevasi la pretta realtà: il dolore e la morte non dovevano esser simulati, ma veri; Muzio Scevola si bruciava davvero la mano, ed Ercole era consumato vivo sul rogo per tacere delle scene di lasciva ebbrezza che, senza scandalo e senza ritegno, producevansi innanzi agli occhi degli spettatori.

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Contro questa corruzione dell'arte e della morale alzavasi la voce di qualche non degenere romano; ma le maggiori, più acri e continuate rampogne appartengono ai Padri cristiani. Gli scritti dei Dottori e gli atti dei Concilj riboccano di rimproveri e di divieti contro gli spettacoli; e già nelle Costituzioni Apostoliche è detto che colui, il quale è dedito ai teatri e agli altri ludi, o lasci d'intervenirvi o non sia battezzato. San Grisostomo minac

Vedi su ciò il bel libro del MAGNIN, Les origines du Théatre moderne: Paris, Hachette, 1838, vol. I, par. I, cap. I. L'opera del MAGNIN rimase interrotta al primo volume, ed egli pubblicò soltanto d' allora in poi notevoli articoli sul teatro medioevale nel Journal des Savants; e avremo frequente occasione di citarli. E il lavoro stesso, che prometteva darci il succo di lunghe meditazioni e ricerche sull' argomento, quello cioè sulla raccolta del CoUSSEMACKER, rimase anch'esso in tronco per la morte dell'autore, nè altro ne fu inserito nel Journal des Savants dopo il terzo articolo. Sarebbe però desiderabile che si riunissero insieme tutti gli scritti del MAGNIN circa una materia, la quale egli pel primo trattò con novità e larghezza di considerazioni, e con soda ed estesa erudizione.

cia negare i sacramenti a chi tornasse all' iniqua peste dei teatri; Sant'Ambrogio consiglia di volger gli occhi da queste vanità e follie che ingenerano malvagi desiderj; Fozio ordina sieno chiusi entro un chiostro quei sacerdoti che frequentassero i circhi; Sant'Isidoro vuole che il cristiano rinunzi alle infamie del circo, alle impudicizie del teatro, alle crudeltà dell' anfiteatro, alle atrocità dell'arena, alla infamia dei giuochi floreali. Non vi è quasi scrittore sacro di quella prima età del Cristianesimo, che non scagli contro il teatro la sua pietra. Per Cipriano, la matrona entratavi pudica, impudica ne torna; per Clemente Alessandrino, gli spettacoli teatrali imprimono nell'animo vive e perverse immagini, per Minucio Felice, l'istrione effeminato induce in altri le lascive passioni ch' ei finge. Tertulliano chiama il teatro sacrario di Venere, rocca di tutte le sozzure, concistoro d'impudicizia; San Clemente, cattedra di pestilenza; San Gregorio Nazianzieno, scuola d'impurità; San Basilio, officina di lascivia e caverna del demonio; San Grisostomo, fonte di malizia e accademia d'incontinenza, e gli rimprovera che in esso ogni cosa sia contraria a virtù: il riso, la dissolutezza, la pompa diabolica, il perdimento del tempo, l'apparecchio alla commozione dei sensi, la meditazione dell'adulterio, la scuola della fornicazione, l' esercizio della intemperanza, la esortazione alla impudicizia, l'occasione al ridere e l'esempio della immondezza. E poichè i teatri erano generalmente consacrati a qualche divinità, o da queste i varj sollazzi traevano origine, Sant' Agostino li diceva istituiti dai diabolici numi del paganesimo; Lattan

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• Ludorum celebrationes deorum festa sunt, si quidem ob natales eorum vel templorum novorum dedicationes sunt constituti.... Venationes quae vocantur munera, Saturno attributae sunt: ludi autem scenici Libero: circenses vero Neptuno. LACTANT., De institut. divin., VI, 20.-E SALVIANO, De gubernat. Dei, VI: Colitur et honoratur Minerva in gymnasiis, Venus in theatris, Neptunus in circis, Mars in arenis, Mercurius in palestris, et ideo pro qualitate auctorum cultus est superstitionum. Simulacri degli Dei ed are eranvi sui teatri: vedi SCIPIONE MAFFEI, Discorso sul Teatro italiano, in Opuscoli letterarj: Venezia, 1829, pag. 92, e Trattato dei Teatri antichi e moderni: Verona, 1753, pag. 59.

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zio asseriva che lo intervenirvi era come ritornare al culto degli Dei, e Salviano rassomigliava ciò ad una esplicita apostasia. Persino i più innocenti giuochi del circo, come le corse dei cavalli, erano colpiti di anàtema, appunto perchè traevano nascimento dalle feste del paganesimo; sicchè Sant' Isidoro affermava che soltanto coll'assistervi si prestava omaggio al demonio.

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A queste voci concordi dei Padri e dei Dottori quelle si uniscono delle solenni adunanze conciliari: e, per non dilungarci in citazioni l'una all'altra conformi, diremo risolutamente non esservi stato antico Concilio ecumenico, nazionale o diocesano, il quale nei suoi atti non contenga severe e perentorie riprovazioni degli spettacoli d'ogni foggia e qualità, degli attori e di coloro che vi accorrevano.

Ma questa continuata ripetizione d'invettive per parte degli autori ecclesiastici, questa non mai interrotta sequela di proibizioni canoniche, dimostra anche che non era facil cosa sviare dagli spettacoli scenici una plebe avida di piaceri, e di generazione in generazione avvezzata ad avere, quasi ultimo omaggio alla sua sovranità, gratuiti ludi circensi. E poichè alla prova vedevansi insufficienti esortazioni e maledizioni, consigli e minacce, il sacerdozio cristiano dovette di necessità aver ricorso ad altri spedienti: e

I passi dei Padri relativi agli spettacoli d' ogni genere sono raccolti dal DoUHET, Dictionnaire des Mystères: Paris, Migne, 1854, pag. 31 e segg., ove poi, da pag. 1027 a 1220, sono compendiati anche gli scritti in favore o contro il teatro dal secolo XVII in poi. Ma pei Padri, vedi anche MAMACHI, Costumi dei primitivi cristiani : Firenze, Società editrice, 1853, II, pag. 38 e segg., e ALT, Theater und kirche in ihrem gegenseitigen verhältniss: Berlin, Nitze, 1846, pag. 310 e segg. Tali dottrine dei Padri sono sparsamente allegate nel prolisso, ma pur curioso libro intitolato: Della christiana moderatione del Theatro, libro detto l'ammonitioni a' recitanti per avvisare ogni christiano a moderarsi dagli eccessi del recitare.... Opera d'un Theologo religioso da Fanano, stampata ad istanza del signor ODOMENIGICO LELINOTTO: Firenze, Bonardi, 4652. Sotto cotesto nome si cela GIANDOMENICO OTTONELLI, che è forse anche l'autore del libro.

I canoni dei Concilj riguardanti il teatro sono tutti raccolti nell' Op. cit. del DOUHET, pag. 15 e segg.

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già nel 425 l'autorità civile veniva in aiuto alla ecclesiastica, inibendo i giuochi nei giorni delle grandi solennità religiose. Ma perchè ciò non bastava ancora, la Chiesa, quantunque nata ed educata nella semplicità dell' intimo sentimento religioso, non tardò a volgersi a tutte le arti, che efficacemente signoreggiando la immaginazione avvincono gli animi colle attrattive del diletto; e ben presto si vide il Clero cercare colla magnificenza della liturgia di eguagliare la pompa delle feste profane, e così temperarne la impressione nella popolare fantasia; mentre i meglio ispirati fra i nuovi credenti, Sant' Ilario, San Damaso, Sant' Ambrogio, Sant' Agostino, San Paolino, Fortunato e molti altri, arricchiscono il rito ecclesiastico di cantici pieni di solenne maestà. E così agli spettacoli impudichi del teatro si contrappongono le devote ragunanze dei fedeli nel tempio, e San Grisostomo invita a lasciare i cori dei mimi e dei saltatori per ascoltare invece gl'inni dettati dallo Spirito Santo, i quali con sacra melodia dal coro di santi uomini, ond' è capo il profeta, s' innalzano al Signore; e Sant'Ambrogio persuade a dilettarsi non dei canti che apportano seco la morte, e dell' udir le commedie che volgono gli animi agli amori, ma de' concenti ecclesiastici e della voce del popolo che loda e ringrazia Iddio. Ma perchè ai rozzi animi non bastava la intellettuale contemplazione, si direbbe quasi che i Padri intendessero chiamare le turbe anche alla contemplazione visibile dei misteri della fede simbolicamente espressi. Ecco, infatti, in qual modo Tertulliano nel suo libro Degli spettacoli pone quasi a confronto gli avvenimenti rappresentati sulla scena pagana con quelli, pei quali sarà terribile il novissimo giorno. «Ma quale spettacolo (dice egli) sarà mai la venuta del Si

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1 Già dalla fine del IV secolo la Chiesa affricana chiedeva ai religiosissimi imperatori Teodosio e Valentiniano la inibizione dei giuochi e degli spettacoli nella domenica e nelle altre feste, e specialmente nell' ottava di Pasqua, poichè il popolo corre al circo piuttosto che alla Chiesa. LABBE, Concil., I, col. 1702 b.

2 S. GRISOST., Exposit. in Psalm., VIII. —S. AMBROS., III, in Exod., I, 5.

Origini del Teatro italiano. 1.

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gnore, trionfante e glorioso! quale l'allegria degli angeli ! quale la gloria dei santi risorgenti! quale il regno dei giusti! quale la novella Gerusalemme! E resta ancora un altro spettacolo: quello dell'ultimo e perpetuo giorno del giudizio, non atteso, deriso dalle genti, quando tanta antichità di secolo e tante generazioni di esso in un sol fuoco saranno estinti ! Quale ampiezza di spettacolo ! quanta materia di meraviglia e di riso, di gaudio, di esultanza, vedendo tanti re che si stimavano abitatori del cielo, insieme con Giove e co' suoi testimonj gemere nelle tenebre profonde; e i regoli che furono persecutori del nome di Dio incenerirsi in fiamme più crudeli di quelle, colle quali essi infierirono contro i cristiani! Ei sapienti filosofi abbruciare innanzi ai loro discepoli, e arrossire di aver loro insegnato nulla appartenere a Dio, e nulla essere le anime nostre, e non ritornare ai lor corpi ! Ei poeti palpitare, non innanzi Radamanto e Minosse, ma al tribunale di Cristo, da essi non aspettato!-Allora si udranno i tragici alzare più che mai la voce sulle proprie calamità, e gl' istrioni saranno molto più agili a causa del fuoco allora gli aurighi si vedranno tutti rossi in ruote fiammanti, e gli atleti si scaglieranno non più nella palestra, ma nelle fiamme! Se non che, io non vorrò allora abbadare ad essi; ma piuttosto fisserò lo sguardo insaziabile in coloro, che incrudelirono nel Signore.... Ma perchè tu vegga di tali cose, perchè tu esulti a tali spettacoli, qual pretore o console o questore o sacerdote userà teco tanto liberalmente? Eppure, queste cose già in certo modo sono rappresentate dalla Fede, per immaginazione dello spirito »>. E San Giovanni Damasceno, a sua volta, con

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De spectac., cap. XXX. E più addietro, parlando delle dilettazioni della vita spirituale: Haec voluptates, haec spectacula christianorum sancta, perpetua, gratuita. In his tibi circenses ludos interpretare, cursus saeculi intuere, tempora labentia, spalia dinumera, melas consummationis expecta, societates ecclesiarum defende, ad signum dei suscitare, ad tubam angeli erigere, ad martyrum palmas gloriare. Si scientiae, doctrinae delectant, satis nobis literarum est, satis versuum est, satis sententiarum, satis etiam canticorum,

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