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RAPPRESENTAZIONE

DI

SAN GIOVANNI NEL DESERTO

DI FEO BELCARI E TOMMASO BENCI.

241

L'edizione più antica, della quale un esemplare è in Riccardiana e l'altro in Palatina, è così descritta dal BATINES (Bibliog., p. 10);

La festa di san giouanni quando fu uisitato da christo nel diserto. Finisce la rapresentatione, quando Giesu tornando de Egipto uisito san Giouanni nel diserto composta per feo belchari — Ediz, in 40 s, n. ma della fine del secolo XV in caratteri tondi, di 4 cart. a 2 col. non numerate nè segnate, di 35 righe per faccia, con due fig. in legno sul frontesp, In quest'edizione mancano le 16 ottave posteriormente aggiunte dal Benci. Rappresentatione deuota di san Giovanni Baptista quado Ando nel deserto Finiscie la rappresentatione di sancto Giovanni baptista con la aggiunta di sedici stanze quando lui ando aldiserto coposte p Thommaso Benci. Et quado Iesu Christo tornado di egypto visito sacto Giouani nel diserto coposta per Feo Belchari. Stampata in Firenze. Ediz. in 4o, del principio del sec. XVI con frontesp. storiato e adorno della figura dell'angiolo, di 4 carte non numerate, a 2 col. Trovasi in Riccardiana.

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Il GAMBA afferma che nella Biblioteca Melzi vi è un'edizione senza anno, di 4 c., in 4o, a 2 col. e in caratteri tondi, con una incisione in legno nel frontesp.; ma che è della fine del XV o del principio del XVI sec. ed incomincia colle 16 stanze del Benci.

Delle due prime edizioni qui notate, ci siam valsi per la ristampa presente, alla quale non mancano le ottave del Benci. Registriamo anco le altre ediz. notate dal BATINES:

Fece stampare Maestro Francescho di Giouanni Benuenuto: sta dal canto de Bischari: Adi XXVIII. di Novembre. M. D. XVIII. Ediz. di 4 c. con due stampe sul frontespiz. Si trova in fine il marchio dei colubri, e le iniziali A. A.

-In Fiorenza l'anno MDLVII. In 40 di 4 c. con 5 fig. Ediz. assai rara, secondo il Poggiali.

VOL. I.

21

Stampata in Siena l'anno 1572. In 4o di 4 c. con due piccole fig.
In Siena lanno 1579. In 4o di 4 c. con 2 piccole fig.

· Stampata in Firenze, appresso Zanobi Bisticci alla piazza di S. Apolinari, l'anno 1601. In 4o, di 4 c. con due piccole fig.

Di nuovo ricorretta. In Siena, alla loggia del Papa. 1613. In 4o, di 4 facc. con due picc. fig.

In Firenze, alle Scale di Badia, 1618. In 4o, di 4 carte, con due picc. fig. Ha il solo nome di Tommaso Benci.

– In Siena alla loggia del Papa, 1626, In 4o di 4 facc. con 2 picc. fig. Nelle Poesie di Feo Belcari pubbl. dall'Avv. Galletti, Firenze, 1833. Ristampa fatta sul Cod. magliabech. XIII, 690.

I Bibliografi citano anche le ediz. seguenti tutte in 4o: Firenze, 1558 - Firenze, presso la Badia, 1569 (Allacci) — Firenze, 1560 (Haym) — Firenze, 1585 ―e altra s. n. (Pinelli, 2577-8) — Firenze, Giov. Baleni, 1589 (Cat. Farsett.) Firenze, 1602 (Casanatense) — Firenze, 1605 (citata dagli Accad. della Crusca) — Siena, alla loggia del Papa, 1606 (Corsiniana) -E in Appendice alla Storia del Teatro Italiano di P. EMILIANI GIUDICI, Milano, Guigoni, 1860. I. 277.

Incomincia la RAPPRESENTAZIONE di SAN GIOVANNI BATTISTA, che essendo piccolino e volendo andare nel diserto, chiede licenza al padre e alla madre: e sono sedici stanze composte per Tommaso Benci, dopo l'annunziazione; e dipoi seguita quando san Giovanni predica nel deserto, di Feo Belcari.

In prima un ANGELO annunzia la Rappresentazione, dicendo le infrascritte stanze :

Prendendo Dio la vostra carne umana,

Non per gaudere in questo mondo venne;
Nascendo in prima in una stalla strana
Povero e nudo gran freddo sostenne.
Intenda ben chi ha la mente sana

Quanta umiltade il Signor nostro tenne
Stando in sul fien tra duo gran bestie afflitto,

E cosi pover poi fuggi in Egitto.

Quando fu morto Erode, il sommo Padre
Chiamò d'Egitto il suo figliuol diletto.

Gesù, Giosep e la vergine madre

Tornaron con un pover asinetto,
Pensando spesso le cose leggiadre
Che son serbate in cielo ad ogni eletto,
E quanto più per Dio patisce pene
In paradiso arȧ po' maggior bene.
Passando pel diserto vennon presso
Dove stava il figliuol di Zaccheria,
Che predicava ad alta voce spesso,
Dirizzando ciascun per buona via:
A Gesù, da' parenti fu concesso
Trovar Giovanni in quella opera pia,
La qual visitazion vogliam mostrare:
Però vi piaccia in silenzio ascoltare.

Santo GIOVANNI dice al padre e alla madre:
O venerabil padre Zacheria,
O santa Lisabetta dolce madre,
Io son mandato a preparar la via
Di Gesù Cristo, figliuol di Dio Padre:
Però vi prego che in piacer vi sia
Ch' io segua le virtù alte e leggiadre,
Fuggendo il mondo, stando nel diserto,
Dove di men cadere è l' uomo certo.
Nel diserto non sono adulatori,
Nè chi inviti alle parole vane:
Quivi non son compagni transgressori,
Giuochi, nè balli, nè feste mondane,
Anzi vi sono uccelli, frutti e fiori,
Che tutti insegnano alle menti umane
Laudare Dio in somma perfezione;
Datemi dunque vostra benedizione.

ZACCARIA gli risponde e dice:

1

Dolce figliuol, la tua tenera etade
Non è ancor forte a così aspra vita:
E vego in te di Dio tanta bontade
Che non sarà dal secol minuita,
Anzi sarai esempio di pietade,
E fia la plebe per te convertita,

1 Così le stampe antiche, e il verso doveva tornare, smozzicandolo nel pronun ziarlo. Le stampe moderne, per esempio quella del 1601 corr: Datemi adunque la benedizione. E quella del 1613: La vostra datemi or benedizione. Che è verso direi quasi alfieriano, e men bello di quello che ha la sillaba di più.

E di far qui più frutto assai sia certo
Che a star tra' bruti nell' aspro deserto.

Noi siam già vecchi, e possiam oramai
Poco tempo la vita prolungare :
Pel tuo star qui gran conforto ci dài,
E pena c'è il volertene andare:
Finiti i nostri di, poi tu potrai
Secondo la tua voglia dispensare:
Mentre siam vivi, sia per Dio contento
Di non ci dar pel tuo partir tormento.
E se tu sei dall' alto Dio mandato

A preparar la via al Salvatore,
Avendo esser per te 'l popol salvato,
Bisogna al popoł sia predicatore:
E se da esso stessi separato

Non serviresti al tuo sommo Signore;
Pensa ben quel che fai, e piglia via
Che 'l tuo servigio a Dio accetto sia.

San GIOVANNI risponde al padre:

O caro padre, questo sappi certo,
Che, avendo a predicar la penitenzia,
Bisogna prima ch' io nel gran deserto
Col corpo mio ne faccia esperïenzia:
Perchè, dicendo e non essendo esperto,
Poco apprezzata saria mia sentenzia :
Ma quando el dir coll' opera si prova
Questo è, o caro padre, quel che giova.

ZACCARIA risponde al figliuolo, e dice:

E' miracoli grandi e i santi segni
Che di te viddi nel tuo nascimento,
Mi fanno creder che nel tuo cor regni
Lo Spirto santo col suo sentimento,
Che di te facci far questi atti degni;
Però mi vo' dar pace e star contento:
Con tutto il cor ti prego, o dolce Dio,
Che benedica questo figliuol mio.

Santa LISABETTA dice a santo Giovanni:

Molto più sei di Dio, ch'è padre immenso,
Che non sei mio, figliuol pieno d'amore;
Ed ancor più di me mi stimo e penso
Che sia di Zacheria tuo genitore:
Pur sente pena assai ogni mio senso

Nel tuo partire, e mi si strugge il core:
Benedetto sia tu, figliuol mio santo:

Io son contenta con mia pena e pianto.

Santo Zaccaria e santa Lisabetta danno la benedizione a santo Giovanni piangendo: e santo GIOVANNI va e si spoglia, e mettesi una vesta di cammello in sulla carne, e dipoi ritorna al padre e alla madre e porta seco e' suoi primi panni, e dice:

O cari padri e diletti parenti,

Per esser fuor come di dentro sono,
Mi spoglio, e lasso questi vestimenti,
E s' io v' offesi mai, chiego perdono,
E prego che voi siete ben contenti

A quel che piace a Dio ch'è santo e buono,
Chè, per salvare il mondo, il suo Messia
Mi manda innanzi a preparar la via.

Santo ZACCARIA risponde a Santo Giovanni:

Caro figliuolo, io sento gran letizia
Nella mia mente, pensando che Dio
Ripari a tutto 'l mondo con giustizia,
Iscacciando da quello il demon rio:
Dall' altra parte s' empie di tristizia
L'anima sensitiva, vedend❜io
Questo tuo corpicel tenero e nudo,
Che si prepara a un stento tanto crudo.

Ma quando penso a quel che t'ha mandato

Cessa la mia tristizia, e credo certo
Che tu sarai da lui ben conservato
Cosi nel secol come nel diserto,
E che il servigio tuo gli sarà grato,
Perchè si puramente gli se' offerto:
E priego lui che per la sua clemenzia
Si mi disponga il cuore a pazïenzia.
Santa LISABETTA dice a santo Giovanni, dolendosi vederlo in
tale abito vestito:

Io aveva preso, o figliuol mio, partito
Dello tuo andar, benchè mi fussi doglia;
Ma il vederti ora nudo, e poi vestito
Di si vile, bestiale e si aspra spoglia
M' ha si forte di nuovo il cor ferito,
Che par che l'alma dal corpo si scioglia.

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