Con la madre, tua ancilla, il caccia via, ABRAAM si rizza, e tutto allegro in un bel modo dice: ABRAAM va a sedere, e chiamando Agar et Ismael dice: E a te, Ismael, sol di me nato; AGAR piangendo risponde: Oimė, che vuol dir questo aspro parlare? ISMAEL risp.: O dolce padre mio, vuo' tu cacciare ABRAAM risp.: Certo, figliuol, per tua tenera etade Risp. ISMAEL: E però, padre, abbi di me pietade E della madre mia, giovane ancora; ABRAAM si volta verso Agar, e dice: Tu sai quando discesi ne l'Egitto Tra' quali tu, come altre volte ho ditto, Risp. AGAR: Che per dolor vien meno e più non parla. ABRAAM risp.: E' bisogna che abbiate pazïenza; To' questo pane, e questa acqua in spalla, E vanne col figliuol, poi che a Dio piace. Risp. ISMAEL: Padre, deh no! Andate in santa pace. Partonsi con l'acqua e col pane, e AGAR dice ad Ismael: Mentre che vanno, dicono questi due versi insieme: Partiti che sono Agar et Ismael, ABRAAM dice a Sarra: Or più che mai e più spesso ramenta SARRA chiama Isac: ISAC risp.: Che dimanda la mia madre? SARRA dice: Fa motto a Abram. ISAC ad Abram dice: Che comandate, padre? ABRAAM risp.: Io non voglio altro dir che ricordarti Il bene, le virtù e l'orazione. Tu non hai più chi sia per isviarti, E ricca e bella e grande abitazione; Di ciò ch'i' ho tu puoi assicurarti, E dopo me la mia benedizione. ISMAEL essendo pel caminare stracco dice alla madre: Eh madre! andate alquanto un po' più piano, Ch'i' son si stracco ch'io non posso andare. Risp. AGAR: Figliuolo, e'sarà me'che ci posiano, E, sendo alto già il sole, un po' mangiare. ISMAEL risp.: Deh! madre, si. Or su, vo' che noi stiano Qui dove il sol non ci può riscaldare, Ora si pongono a sedere in terra, e AGAR partendo del pane ne dà ad Ismael e dice: Per istamani arai un po'd'acqua e pane Dove solevi aver molte vivande. ISMAEL risponde mangiando: Io pruovo che'l pan basta alle mie mane Quando la voglia del mangiar è grande. Risp. AGAR: Qui non c'è pan che basti per domane, Et in questi boschi c'è sol erba e ghiande. E porgendoli dell' acqua dice: ISMAEL avendo beuto dice alla madre: Beete or voi. AGAR poi che ha beuto dice ad Ismael: Andianne, e poserenci altrove poi. Partonsi e vanno caminando salendo il monte, et ISMAEL dolendosi, va dicendo: O cieco Ismael, la eredità Ora ISMAEL essendo assetato dice alla madre: Io sento si gran sete, caldo e fuoco Ch'i'ho la bocca tutta secca e sciutta. Ismael bee, e AGAR perchè non bea più, dice: Non più. E veggendo che l' ha beuta tutta, dice: Tu l'hai beuta tutta. ISMAEL risp.: Chi ha gran sete al ber non ha misura; Vanno cosi un poco, e ISMAEL mostrando d' aver sete dice : Risp. AGAR: Perchè quella acqua t'ha più riscaldato, ISMAEL risp.: Deh riposianci un poco in qualche lato. Risponde AGAR e dice: Figliuol mio, no; ma vorrei ben che Dio E rinfrescar questa tua bella fronte. Madre, la fame è tal, come vedete, AGAR veggendo Ismael svenuto e stare come morto, dice piangendo: Misera a me, costui è qui svenuto AGAR inginochiatasi segue dicendo a modo d'orazione : O ciel, che già tant'acqua in terra e 'n mare In ogni tempo hai sparto e spargerai, Di non correr quassù, aver pietade AGAR piglia el figliuolo in sul braccio e dice: Io non ho più alcun rimedio buono, E vego che gli è presto per morire; Per manco sole, e quivi poi lassarlo. AGAR piglia Ismael come morto in su le braccia, e con pietoso pianto dice andando inverso l'arbore: Crude fiere che qui convien ch' i'chiami, O pietre, o piante, o erbe, fiori e fronde, Poi ch'altri qui non sente nè risponde. Giunta al piè de l'arbore e posto il figliuolo in terra, seguita dicendo: E priego te, chè sotto a' tuo' be' rami Ogni tesoro mio si posa e sconde, 1 Dipoi segue, a modo di stanze: Ma prima ch'io mi parta, io vo'baciare 1 Altre edizioni: Si posa ogni mio bene e vi s' asconde. Le più antiche, certo per errore: Ogni mio tesoro ec. 1 |