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Tornaron con un pover asinetto,
Pensando spesso le cose leggiadre
Che son serbate in cielo ad ogni eletto,
E quanto più per Dio patisce pene
In paradiso arà po' maggior bene.

Passando pel diserto vennon presso
Dove stava il figliuol di Zaccheria,
Che predicava ad alta voce spesso,
Dirizzando ciascun per buona via:
A Gesù, da' parenti fu concesso
Trovar Giovanni in quella opera pia,
La qual visitazion vogliam mostrare:
Però vi piaccia in silenzio ascoltare.

Santo GIOVANNI dice al padre e alla madre:
O venerabil padre Zacheria,
O santa Lisabetta dolce madre,
Io son mandato a preparar la via
Di Gesù Cristo, figliuol di Dio Padre:
Però vi prego che in piacer vi sia
Ch'io segua le virtù alte e leggiadre,
Fuggendo il mondo, stando nel diserto,
Dove di men cadere è l' uomo certo.
Nel diserto non sono adulatori,
Nè chi inviti alle parole vane :
Quivi non son compagni transgressori,
Giuochi, nè balli, nè feste mondane,
Anzi vi sono uccelli, frutti e fiori,
Che tutti insegnano alle menti umane
Laudare Dio in somma perfezione;
Datemi dunque vostra benedizione. 1

ZACCARIA gli risponde e dice:

Dolce figliuol, la tua tenera etade
Non è ancor forte a così aspra vita:
E vego in te di Dio tanta bontade
Che non sarà dal secol minuita,
Anzi sarai esempio di pietade,
E fia la plebe per te convertita,

Così le stampe antiche, e il verso doveva tornare, smozzicandolo nel pronun ziarlo. Le stampe moderne, per esempio quella del 1601 corr: Datemi adunque la benedizione. E quella del 1613: La vostra datemi or benedizione. Che è verso direi quasi alfieriano, e men bello di quello che ha la sillaba di più.

E di far qui più frutto assai sia certo
Che a star tra' bruti nell' aspro deserto.

Noi siam già vecchi, e possiam oramai
Poco tempo la vita prolungare :
Pel tuo star qui gran conforto ci dài,
E pena c'è il volertene andare:
Finiti i nostri di, poi tu potrai
Secondo la tua voglia dispensare:
Mentre siam vivi, sia per Dio contento
Di non ci dar pel tuo partir tormento.
E se tu sei dall' alto Dio mandato

A preparar la via al Salvatore,
Avendo esser per te 'l popol salvato,
Bisogna al popol sia predicatore:
E se da esso stessi separato

Non serviresti al tuo sommo Signore;
Pensa ben quel che fai, e piglia via
Che 'l tuo servigio a Dio accetto sia.

San GIOVANNI risponde al padre:

O caro padre, questo sappi certo,
Che, avendo a predicar la penitenzia,
Bisogna prima ch'io nel gran deserto
Col corpo mio ne faccia esperïenzia:
Perchè, dicendo e non essendo esperto,
Poco apprezzata saria mia sentenzia :
Ma quando el dir coll' opera si prova
Questo è, o caro padre, quel che giova.

ZACCARIA risponde al figliuolo, e dice:

E' miracoli grandi e i santi segni
Che di te viddi nel tuo nascimento,
Mi fanno creder che nel tuo cor regni
Lo Spirto santo col suo sentimento,
Che di te facci far questi atti degni ;
Però mi vo' dar pace e star contento:
Con tutto il cor ti prego, o dolce Dio,
Che benedica questo figliuol mio.

Santa LISABETTA dice a santo Giovanni:

Molto più sei di Dio, ch'è padre immenso,
Che non sei mio, figliuol pieno d'amore;
Ed ancor più di me mi stimo e penso
Che sia di Zacheria tuo genitore:
Pur sente pena assai ogni mio senso

Nel tuo partire, e mi si strugge il core:
Benedetto sia tu, figliuol mio santo:

Io son contenta con mia pena e pianto.

Santo Zaccaria e santa Lisabetta danno la benedizione a santo Giovanni piangendo: e santo GIOVANNI va e si spoglia, e mettesi una vesta di cammello in sulla carne, e dipoi ritorna al padre e alla madre e porta seco e' suoi primi panni, e dice:

O cari padri e diletti parenti,
Per esser fuor come di dentro sono,
Mi spoglio, e lasso questi vestimenti,
E s' io v' offesi mai, chiego perdono,
E prego che voi siete ben contenti

A quel che piace a Dio ch'è santo e buono,
Chè, per salvare il mondo, il suo Messia
Mi manda innanzi a preparar la via.
Santo ZACCARIA risponde a Santo Giovanni:

Caro figliuolo, io sento gran letizia
Nella mia mente, pensando che Dio
Ripari a tutto 'l mondo con giustizia,
Iscacciando da quello il demon rio:
Dall'altra parte s'empie di tristizia
L'anima sensitiva, vedend' io
Questo tuo corpicel tenero e nudo,
Che si prepara a un stento tanto crudo.

Ma quando penso a quel che t' ha mandato

Cessa la mia tristizia, e credo certo
Che tu sarai da lui ben conservato
Cosi nel secol come nel diserto,
E che il servigio tuo gli sarà grato,
Perchè si puramente gli se' offerto:
E priego lui che per la sua clemenzia
Si mi disponga il cuore a pazïenzia.
Santa LISABETTA dice a santo Giovanni, dolendosi vederlo in
tale abito vestito:

Io aveva preso, o figliuol mio, partito
Dello tuo andar, benchè mi fussi doglia;
Ma il vederti ora nudo, e poi vestito
Di si vile, bestiale e si aspra spoglia
M' ha si forte di nuovo il cor ferito,
Che par che l' alma dal corpo si scioglia.

San GIOVANNI a santa Lisabetta:

Madre, io ti priego che a Dio tu consenta,

Lieva da te il dolore, e sia contenta.

Santa LISABETTA accostandosi al volere di Dio, dice a santo

Giovanni:

Non posso far, ch' essendo mio figliuolo,
E voler fare in tal modo partita,

Ch'io non senta nel cuore acerbo duolo,
Che sempre mai a lacrimar m' invita:
E se non ch'i' ho questo rispetto solo
Ch' io non voglio che per me sia impedita 1
La volontà di Dio, tu non andresti:

Ma, se Dio vuol, per me non vuo' che resti.

San GIOVANNI si parte dal padre e dalla madre e da tutti quelli di casa, e innanzi che lui vada al diserto, ringrazia Dio che l'ha sciolto dal misero mondo, e dice così: Grazie ti rendo, o sommo eterno Dio,

Che m' hai disciolto dal misero mondo:
Ancor ringrazio te, buon padre mio,

Che vuoi ch' io serva Dio col mio cor mondo:
Te, madre mia, prego col buon desio
Faccia leggièr questo tuo grave pondo:

O parenti, o amici, o dolce casa
A Dio raccomando ogni cosa rimasa. 2

Ora san Giovanni si parte; e santo ZACHERIA conforta santa
Lisabetta a pazienzia, e dice così:

Cara, diletta e dolce sposa mia,

Che vuoi tu far? vuoi tu far resistenzia ?
Se piace a Dio che 'l nostro figliuol sia
Sempre in fare ed in dire penitenzia,
Non dobbiam noi per noi storlo via,
Ma star contenti alla sua provvidenzia
E felici esser per questo stimare,
E di tal dono a Dio gran laude dare.

Non ci dobbiam noi molto glorïare
Che 'l figliuol nostro sia di Dio messaggio?
Non ci dobbiam noi molto consolare,
Veggendol si fanciullo e tanto saggio?

Restino dunque e' pianti e 'l lacrimare,

1 Arrestando la voce dopo per, il verso torna alla meglio.

2 Anco questo verso torna alla meglio, leggermente pronunziando l'A del principio.

E solo al resto attendiam del passaggio
Del viver nostro, e di venire al porto,

Chè di vera salute abbiam conforto.

Qui finisce l'aggiunta delle sopraddette sedici stanze.

Stando santo GIOVANNI nel diserto, e vedendo passare la gente pel diserto chiama ad alta voce, cosi dicendo: Peccator, fate presto penitenzia

Perchè s' appressa a voi 'l regno del cielo:

Purgate ben la vostra coscïenzia,

Cercando le virtù con sommo zelo,

E 'l Verbo eterno per la sua clemenzia
Presto vedrete sotto mortal velo.
Apparecchiate la via del Signore,

Chè gli è nel mondo il nostro Salvatore.

GESÙ tornando d'Egitto e passando pel diserto, si parte un poco da Josef e dalla madre Vergine Maria, e va a trovare san Giovanni, e dolcemente dice:

Salviti Dio, fortissimo Giovanni,

Che fuggi il mondo per l' amor divino:
Come consumi e' tuoi giovinetti anni
In tanta aspreza, essendo si fantino!
La carne inferma e i diabolici inganni
Fanno spesso cader per tal camino :
Dimmi, ti prego, tua vita e costume,

Con che modo ti reggi e con qual lume.

San GIOVANNI per Spirito Santo cognobbe che era Gesù, e
come lo vede s' inginocchia, e di poi si riza, e dice:
Tal grazia porge tua dolce presenza

Che tutto il cor mi sento in allegreza:
Tu se' l'eterna e somma sapienza,
Tanto splendor mi getta tua belleza :
E certo son che per la tua clemenza
Tu degni visitar la mia basseza:
Ancor di carità gran fiume spandi,
Chè per la mia salute mi domandi.

Dalla tua somma luce uno splendore
Mi venne, essendo in corpo di mia madre,
In modo ch'io mi vuolsi a te, Signore,
Che t' amo più che Zacheria mio padre;
E per poter continovar l'amore

Io fuggo il mondo e sue cose leggiadre,

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